“In vino meritas” il 27 giugno 2016 alle ore 18,00 da VinodiVino.
Non tutte le presenze sono uguali. E non è solo questione di concordanza, di affinità che si manifestano nel desiderio e nel piacere di trovarsi insieme, ma lo è anche nel sentimento di riconoscenza verso qualcuno che ha rinunciato alla partita Italia-Spagna.
Spero di avere raggiunto un sufficiente quinto senso e mezzo per capire – subito – se una presentazione merita di essere fatta o meno. Quella della Cantina Patria di Castiglione di Sicilia da VinodiVino meritava di essere fatta.
Di VinodiVino mi è piaciuto tutto. Il clima, l’accoglienza, l’affetto di Pasquale e della sua “ciurma”:
Emanuela e Giuseppe hanno aperto porte e cuori con la consueta e schietta accoglienza. Nel frattempo Andrea e Antonio cominciavano ad agitarsi in cucina.
Bello il clima all’interno della sala. La serata è stata gradevole, merito dell’alchimia creatasi tra i pochi commensali (un “tablet” in disparte raccontava i goals dell’Italia). Dieci e lode a chi c’era, fantasmi e odori compresi.
I vini della Cantina Patria hanno fatto il resto.
Resto non in spiccioli, neanche in caramelle sciolte, come cantava Vasco, ma tutto ciò che resta di tanto di buono nelle papille al termine di una serata magica.
Nelle pupille resta il sorriso di Giuseppe, gli occhi sbarrati, il viso stravolto dall’emozione: il secondo goal dell’Italia. Nelle orecchie, il suo urlo.
Nel frattempo Francesca Tamburello ci raccontava i vigneti dell’Etna.
A Catania nel 1435 viene costituita la “Maestranza dei Vigneri”. Questa importante associazione di viticoltori, operante sull’Etna, creò la basi per una professionalità vitivinicola di cui protagonisti erano gli stessi produttori-viticoltori.
Dopo 600 anni la vitivinicoltura è una realtà operante sull’Etna.
È’ la sintesi di una esperienza di secoli svolta in Sicilia Orientale, attraverso una ricerca storica, sociale e tecnica finalizzata ad una vitivinicoltura di “eccellenza”. Cercando di utilizzare strumenti e sistemi non invasivi, nel rispetto, fin dove è possibile, della tradizione, dei propri antichissimi vitigni, senza apportare stravolgimenti enormi dettati da velleità, egoismi o onnipotenza. Lo spirito del lavoro e il piacere di ben lavorare e fare, senza frenesie, in armonia prima di tutto con se stessi e quindi con tutto quello che ci circonda: ambiente, natura, il vulcano.
Non essendo riuscito a trovare difetti, men che meno nel menù pomeridiano di Antonio che ha cucinato molto bene i piatti, mi trovo obbligato a dirvi qualcosa su ciò che si è mangiato e bevuto.
Un antipasto fatto di crostini di pane aromatizzati, ciliegine di mozzarella e olive verdi della Dop “Nocellara del Belice”, ha preceduto il Tortino di patate con ricotta e il Maialino dei nebrodi al forno.
Dovrei spiegarveli, ma preferisco che andiate a trovare Antonio e ve li fate spiegare. Merita.
Nel mezzo, prima e dopo, i vini.
Un trionfo di gusti, azzardi e incasinamenti in perfetto stile quando si mollano gli ormeggi e si beve tanto. Con belle persone accanto.
Ecco la lista dei vini. Sarete molto invidiosi, sappiatelo.
Metodo Classico Brut – Pàlici – Nerello Mascalese – Cantina Patria Castiglione di Sicilia sboccatura 2015. Una bollicina che interpreta in modo rigoroso il territorio che appartiene ai “vignaioli”; sa esprimere il vitigno rosso facendo attenzione a non farne un vinone e lasciando una bella curiosità nel degustatore.
Etna Doc Rosato 2014 – Nerello Mascalese – Cantina Patria Castiglione di Sicilia. È’ un vino ben riuscito, capace di ritagliarsi un angolo di originalità nonostante l’insistita impronta tecnologica propria della vinificazione in rosato.
Etna Dop Rosso – 2005 – Nerello Mascalese – Cantina Patria Castiglione di Sicilia. Era un vino atteso, volevamo verificare quell’aderenza al vitigno e al territorio d’origine che in annate precedenti non era in discussione; il risultato desta qualche perplessità per una profonda impronta lasciata dal legno. Ben conservato ha ancora bisogno di tempo per legare più intimamente la sua espressione odorosa a quella gustativa; la corrispondenza minerale aggiunge sentori di pietra.
Di chi sa stare col feeling: non ci siamo etilicamente compromessi lunedì pomeriggio. Eravamo lucidi e ludici e il giorno dopo ancor di più.
In vino meritas come ho ribattezzato questo incontro ha regalato, spero, ai presenti motivi di riflessione seri ma non seriosi sul vino e sulla nostra Associazione Dioniso.
Francesca ha parlato da sommelier sicuramente non ortodosso, ovvero capace di emanciparsi ed emancipare i presenti dalla schiavitù di certi clichè che di questi tempi paiono obbligati per chi voglia parlare di vino, come l’ostentazione di esotici paragoni olfattivi e gustativi. Ci ha portato nel backstage del mondo dei vini dell’Etna, senza cadere nel complottismo da retrobottega o in dietrologie da retrobottiglia.
Chiudo con due frasi Nessuno nel mondo del vino, ha ragione. Si tratta solo di scegliere l’idea più vicina alla propria sensibilità.
Fate i vostri passi, le vostre scelte le vostre sniffate, senza mai inciampare nel peggiore degli errori: imporvi il gusto, d’elite, degli altri”. (Francesco Brollo).
Palermo 27 giugno 2016 Guido Falgares