Azienda Agricola Pelissero, 16 febbraio 2017
La Famiglia Pelissero
Il racconto
“La nostra famiglia è da sempre dedita all’agricoltura con DNA langarolo e contadino. Siamo a Treiso, comune indipendente da Barbaresco dal 1957, nel cuore della zona di produzione di una delle prime DOCG italiane, il Barbaresco, figlio del re Nebbiolo, la varietà che più di ogni altra ha delineato e delineerà la storia delle nostre colline e della vitivinicoltura nazionale ed internazionale. Noi siamo figli di questa terra e di questo vitigno.
Lo spirito di continua ricerca, in vigneto e poi in cantina, la passione, l’impegno e la dinamicità innovativa sono le nostre costanti che si uniscono all’orgoglio di essere ormai giunti alla terza generazione di coltivatori della vite. La filosofia però non è cambiata: solo varietà autoctone tipiche delle nostre terre ed in particolare Nebbiolo, Barbera e Dolcetto che coprono l’85% della nostra produzione. Tutte le uve che utilizziamo provengono dai 38 ettari di terreni di proprietà e siamo in grado, avvalendoci dell’aiuto di sapienti collaboratori, di seguire direttamente tutto il ciclo produttivo aziendale, dalla potatura alla commercializzazione delle 250.000 bottiglie annuali.
Missione
Continuare una strada spostandone la direzione, ripetere riti rinnovandone i gesti, reinvestire energie maturando esperienze, raccogliere tecniche seminando evoluzioni. Ci sono nuove generazioni, nuovi linguaggi produttivi e nuove lingue in Langa. Inglese, macedone, giapponese, norvegese, tedesco, magrebino: voci e volti di mondo che animano i sentieri, le vigne e le cantine al fianco di chi questa terra la vive da sempre, la interpreta con impegno e ne ama generosità e asprezze.
Una duchessa ad Alba, un conte a Grinzane, reali, marchesi e decine di contadini, ambasciatori internazionali di vino e territorio. Popolo e nobiltà del vino pensato, che ha fra i suoi profumi l’arte dell’attesa, di cui i vignaioli sono maestri. Scelta del terreno, valutazione dell’esposizione, selezione delle varietà: anni guardando con rispetto la Natura negli occhi, progettando, curando, osservando e imparando che nessuna progettazione, cura, osservazione riesce ad afferrare l’essenza, la magia. Le mani dei produttori sono grandi, ma la vitalità del vino lo è di più.
Vendemmia, vinificazione, affinamento. Pressatrici soffici, vasche in inox, impianti per il controllo della temperatura, botticelle di rovere francese. E vetro, di bottiglia o di calice, a contenere un messaggio che, con la complicità delle varietà portoghesi di sughero dei tappi, arriva intatto in ogni Paese a dire le Langhe: un filo rosso sottile, intenso, che percorre migliaia di chilometri e unisce il lavoro di anni alla passione di tanti. C’è una terra che si muove verso il mercato, e vignaioli di mondo che dopo mesi in campagna volano con le radici.
Siamo quella terra. Se vi fa piacere incontrarci venite alla cantina Pelissero, ma se preferite conoscerci meglio, affidatevi ad una delle nostre 250.000 bottiglie: il Barbaresco Vanotu, il Barbaresco Tulin, il Barbaresco Nubiola, i Dolcetto (Munfrina e Augenta), la Barbera Piani, la Riserva di Barbera Tulin, il Nebbiolo, il Long Now, la Freisa, la Favorita e il Moscato vi racconteranno le caratteristiche fisiche e chimiche dei 38 ettari che coltiviamo a due passi da Alba, nei comuni di Treiso, Neive, Barbaresco e Neviglie; e del carattere dei tre vitigni principali che da due generazioni vendemmiamo, il Nebbiolo, la Barbera e il Dolcetto. Vi parleranno di noi in piemontese schietto, con un sottofondo di Balcani, Norvegia, Nordafrica, Giappone…
Territorio
La torre medievale di Barbaresco a sinistra, il castello di Guarene a destra: ecco le Langhe arrivando da Asti, le Langhe accoglienti. Dietro a Guarene e al Roero, le Alpi e la Francia, ma guidando in valle le si perde di vista e le si immagina lontane. Salendo in collina, a Barbaresco o a Treiso che è più in alto, le si ritrova, maestose e nette. Quando il cielo è terso si arrivano a vedere il Monte Rosa e il Monviso. Se c’è il sole, al tramonto, si resta senza fiato. In quell’avventura che è la percezione, la montagna nel bicchiere si sente. Banchi di arenarie e di marne azzurre: ecco il mare antico che scorre sotto ai vigneti. Non c’è conchiglia a cui accostare l’orecchio per sentirne la suggestione, ma c’è il bicchiere.
La parola terroir qui si fa sostanza, ci sono sottili sfumature sulle dorsali della stessa collina, e si declina con il vitigno Nebbiolo. Il Tanaro scorre in mezzo condizionando terreni e clima e determinando, come mago scenografo, le tipiche nebbie spettacolo d’autunno.
Invito al viaggio
“LE LANGHE SONO LA NOSTRA TERRA, VENITE A VIVERLA… SEMPRE”
D’inverno, i vigneti sono come spartiti di un concerto appena ascoltato e di quello che verrà. Ad esso pensano i vignaioli chinati per la potatura. La neve, che penetra lentamente nel terreno, è una preziosa riserva d’acqua alla quale le piante potranno attingere per mesi. Il vino intanto riposa nelle cantine. I velluti del teatro di Alba offrono morbidezza a culi nobili e meno nobili. Nei relais le saune avvolgono di benessere e sollevano dal freddo. Nei ristoranti stellati e nelle trattorie di Langa si alternano gourmand e commessi viaggiatori alla ricerca di piatti tipici: finanziera, fritto misto piemontese, coniglio al sivet, capponi e bolliti misti, formaggi stagionati. Nei calici si ossigenano Barbaresco e Barolo.
La primavera porta agnolotti del plin, carne cruda, formaggi freschi, cioccolata, nocciole declinate in mille modi. Riparte lo struscio degli agnostici in Via Maestra, all’Alba Music Festival riccioli di musica catturano le orecchie più sensibili, giornalisti vanno all’assaggio al Nebbiolo Prima, mentre gli appassionati si ritrovano a Vinum. Delicatezza e maestria è quel che occorre ai vignaioli nel legare i tralci con i fiori della vite. Sono questi le promesse di vendemmia che fa la primavera. Nelle cantine prosegue l’affinamento del vino, mentre si prepara l’uscita delle annate pronte.
Il sole d’estate arriva a riscaldare le colline già pettinate, i frutti e le rose sentinelle, tra paure di grandine e una prima vendemmia verde. Il diradamento va fatto con sapienza, perché passa di qui la qualità del vino. La natura si fa esplosiva e domestica. Sotto cieli bianchi e azzurri avanza la raccolta di nocciole. Gli agriturismi con piscina sono esauriti, le escursioni in bicicletta portano lungo la Strada Romantica, il mercatino del sabato ad Alba e i concerti serali chiamano una moltitudine di turisti.
L’autunno porta con sé la vendemmia, alle orchestre nei chiostri e nelle piazze si sostituiscono ora i canti nelle vigne. La nebbia sparge profumo di mosto. Sulle curve delle colline colori forti – rossi, gialli, verdi – svelano Nebbiolo, Barbera e Dolcetto anche ai profani. Il mondo intero è qui per la Fiera internazionale del tartufo bianco d’Alba e riempie le vie di Langa, le cantine e i ristoranti. Sulle tavole è un tripudio di sapori sotto l’egida di Re Tartufo, tra formaggi, tajarin, bagna caoda, carne cruda, funghi, porri di Cervere, cardo gobbo di Nizza, pera madernassa, bunet.
Nell’aria, come sempre, Nutella e vini da Re. È Terra Langa.
I progetti, Pelissero 50
Il 2010 ha segnato il 50mo compleanno della nostra azienda. Risalgono infatti al 1960 le prime bottiglie prodotte ed imbottigliate da Luigi Pelissero, come dimostra questa immagine.
Per celebrare questo anniversario abbiamo prodotto una edizione limitata del Barbaresco Vanotu Riserva 2004. L’esperienza di un secolo e un lavoro durato sei anni, in omaggio ai tanti appassionati che conoscono e apprezzano la storia della nostra famiglia, la sua tradizione di vino e l’ostinato percorso di qualità che la contraddistingue.
Vanotu Riserva 2004 ci rappresenta pienamente. Unisce cuore a ragione, abilità tecnica a passione per questo lavoro faticoso ed entusiasmante. Un vino da collezione che è occasione unica e irripetibile per un viaggio nel tempo e nello stile del Barbaresco.