Radici 2016

21 Maggio 2016 by

1° La locandina di Radici 2016

 

 

 

 

2° L'invito di Radici 2016

 

 

 

XI Salone dei vini meridionali

si terrà a Bari dal 7 al 13 giugno 2016

Radici del Sud è un Concorso centrato sul confronto dei vini, da vitigni autoctoni, prodotti in  Puglia, Basilicata, Campania, Calabria e Sicilia.

Il concorso seleziona i vini che meglio rappresentano la tipicità del vitigno e del territorio di appartenenza e ne sottolinea l’immagine presso i mercati nazionali ed esteri.

Fa parte di questo percorso l’Anteprima siciliana di Radici Wines che si è tenuta il 13 maggio a Palermo nell’ affascinante sede di “Palazzo Notarbartolo” gentilmente messo a disposizione dai dirigenti della Banca Mediolanum di via della Libertà n. 179/A.

Questa “Anteprima” ha illustrato i vini che rappresenteranno la Sicilia in questo concorso.

Quest’anno i vitigni individuati sono il Catarratto, il Fiano, il Greco, il Grillo, il Nero d’Avola e il Nerello Mascalese.

Le Cantine presenti:

1.   ARMOSA Scicli RG

2.   BENANTI Viagrande CT

3.   BAGLIO DEL CRISTO DI CAMPOBELLO Campobello di Licata AG

4.   BUCECI Marineo PA

5.   COLOMBA BIANCA Mazara del Vallo TP

6.   CASA VINICOLA FERRACANE Marsala TP

7.   CENTOPASSI Camporeale PA

8.   ENTELLANO Contessa Entellina PA

9.   FAUSTA MANSIO  Val d’Anapo SR

10. FEUDO DISISA Monreale –Grisì PA

11. MARINO SALVATORE Pachino SR

12. PALMENTO COSTANZO Cda S.Spirito Passopisciaro CT

13. PAOLO CALI’ Vittoria RG

14. PLANETA Menfi AG

15. PRINCIPE DI CORLEONE – POLLARA CorleonePA

16. RAPITALA ‘Camporeale PA

17. SALVATORE TAMBURELLO Poggioreale PA

18. STOCCATELLO Menfi AG

19. TASCA D’ALMERITA Baglio di Regaleali -Sclafani Bagni PA

20. TERRE DI GRATIA Camporeale Palermo

21. VINI MARINO FRANCESCO Camporeale Palermo

22. CANTINA PATRIA, CASTIGLIONE DI SICILIA

Il Convegno:                “l’ambiente, il clima e il vigneto”

ha avuto inizio con i saluti istituzionali da parte di Francesca Tamburello e Guido Falgares:

ai dirigenti della Banca Mediolanum: dott. Dario Di Salvo – Area Manager,

dott. Mauro Lo Vasco – Group Manager, dott. Alessio Costa – Financial Banker;

ai relatori: dott. Maurizio Gily – giornalista;  prof. Rosario Di Lorenzo – unipa, dott. Antonio Sparacio – IRVO, dott. Salvatore D’Agostino – già dirigente IRVO;

al direttore generale dell’IRVO, dott. Lucio Monte e ai dirigenti dell’Istituto;

ai giornalisti, agli ospiti, alle Cantine.

Il dott. Alessio Costa ha ringraziato gli intervenuti e ha spiegato come da anni il Gruppo Mediolanum si distingue per la qualità della vita lavorativa e per il proprio stile aziendale, favorendo non solo la partecipazione dei cittadini  alle informazioni di carattere finanziario, ma mettendo anche a disposizione dei propri clienti le  “stanze” di Palazzo Notarbartolo per degli eventi che riguardano i loro interessi, i loro hobbies.

Gli interventi dei relatori sul tema del convegno sono stati interessanti e particolarmente graditi da un pubblico numeroso ed attento.

Ha moderato gli interventi Francesca Tamburello.

I tanti ospiti, guidati dai produttori e dai sommeliers,  hanno quindi iniziato il percorso  tra i  “banchi d’assaggio” predisposti nelle magnifiche “stanze” del Palazzo Notarbartolo.

Tutti desiderosi di cibarsi di quante più informazioni possibili, senza farsi scappare una sola parola. Curiosità? Non crediamo. Forse i vitigni della tradizione e il loro vino richiamano il nostro transpersonale, le nostre radici culturali, i nostri avi, le nostre terre, insomma chi ci ha preceduto. Il vino sollecita, ma soprattutto evoca e provoca insieme. Ci ricorda chi siamo, da dove proveniamo e forse dove andremo, se non staremo attenti a tutelare la terra e i suoi frutti.

Come accade spesso in queste occasioni, quando cioè gli ospiti sono di così grande competenza, il tema in oggetto, accanto a questioni tecniche, ha assunto una dimensione valoriale (il suolo, i vitigni autoctoni, l’originalità della produzione, l’ambiente, la qualità).

I banchi di assaggio sono un luogo d’incontro e scambio d’idee, esperienze, azioni e di tutto ciò che rafforza i legami tra le persone.

I sommeliers Loredana, Roberta, Renato e Paolo hanno raccontato la storia  di ogni vino, ma soprattutto ci hanno trasmesso il colore, gli aromi, la freschezza, la sapidità.

Molto dipende poi da cosa sono riusciti a risvegliare nel nostro cuore e da ciò che hanno percepito i nostri sensi.

Un ringraziamento al sig. Daniele Gallo per il servizio di catering.

Arrivederci all’anno prossimo

Guido Falgares

Il tema del Convegno:  “l’ambiente, il clima e il vigneto”

Le mie impressioni:

tra le tante esperienze formative e informative che ciascuno di noi può fare in tema di cibo, quella relativa al mondo del vino e ai suoi segreti si configura come un’esperienza unica e straordinariamente affascinante.

Sono tante le ragioni di quanto andiamo dicendo. Ma una di queste, non meno importante, riguarda proprio noi consumatori. Tutti, purché formati, dovremmo essere nelle condizioni di riconoscerne la qualità, le caratteristiche, le specificità, addirittura la provenienza geografica. Non servono macchinari, analisi da laboratorio, conoscenze scientifiche: serve farsi guidare e accompagnare da chi ha esperienza in questo campo, in un viaggio che coinvolge il gusto, certamente, ma che stimola la parte identitaria di ognuno di noi, in un gioco di specchi tra le nostre radici e quelle del frutto, con la sua storia e la sua identità. Ci si può riconoscere oppure, al contrario, avvertirne l’estraneità, ma pur sempre in una dimensione dialogica che, ribadiamo, non è data ma si apprende.

Tutto questo lo faccio da tempo nel corso di un lungo percorso formativo, che sta portando alcuni di noi a saperne di più sul vino e i suoi segreti.

In questo percorso è prevalso in me l’interesse per un vitigno che appartiene ad un suolo,  un ambiente, un clima, un  terroir.

Terroir è una parola praticamente intraducibile che nella cultura enologica francese designa il legame intimo tra un microclima e un suolo, legato a

diversi vitigni ben adattati che danno vini dal carattere marcato e unico.

Per estensione si potrebbero associare a questo concetto alcune pratiche enologiche che sono proprie di una regione o addirittura di un particolare terroir. Questo concetto è stato molto criticato da alcuni produttori che lo hanno considerato il riverbero poetico di un’altra epoca.

Create negli anni trenta le denominazioni erano il risultato di una intima conoscenza del terroir, fondata sull’osservazione e sull’esperienza di diverse generazioni di viticoltori: l’esperienza aveva portato all’unione di un certo vitigno con una determinata parcella e da questi matrimoni dovevano nascere vini di un’originalità espressiva inimitabile dovuta al legame con l’ambiente e il suo clima.

Il terroir riassume in sé la storia di una zona vinicola e i secolari processi di selezione che l’hanno contraddistinta.

“Per comprendere un terreno e ritrovare il suo ruolo bisogna rapportarsi a lui in quanto organismo vivente e ricettivo, in quanto Terra Madre, come dicevano, a ragione, gli anziani”.

Un suolo deve essere abitato dalla vita. Può contenere fino a un miliardo di organismi viventi per grammo. Non solo: questa vita brulicante di esseri infinitamente piccoli non è mescolata a caso, ma al contrario perfettamente organizzata in una catena dove ogni anello permette l’esistenza dell’altro, dal livello superficiale dei funghi a quello più profondo dei microbi e dei batteri.

Solo “l’ambiente” vivente che abita nel suolo è capace di rigenerarli: in sua assenza essi sono incapaci di riprodursi.

“Non è il batterio che fa il suolo, ma la qualità del suolo che permette la nascita e la riproduzione dei batteri”

Altro punto essenziale da sottolineare è che questi organismi sono sempre diversi, non solo in base alla geologia del suolo, ma anche e forse soprattutto in base a quanto avviene sopra al suolo, cioè al clima o microclima, all’orientamento delle pendenze, al paesaggio, ai venti dominanti, ecc.

Questi molteplici elementi non devono essere divisi, ma al contrario correlati fra loro. La sinergia permette loro di esprimersi pienamente e di agire direttamente o indirettamente sulle vigne e sull’originalità della loro produzione.

Uno specialista della fauna o della microfauna sotterranea confermerà l’esistenza di importanti differenze nella composizione del suolo da un continente all’altro, di sensibili differenze da un paese all’altro e di altre più sottili da una regione all’altra, se non anche da un appezzamento a un altro.

La Terra ha una faccia diversa in ogni luogo. Il riconoscimento della peculiarità e della personalità di ogni terroir, di ogni suolo, è all’origine della nascita del concetto di Appellation d’Origine Contròlée.

Riprendendo coscienza dell’interazione terreno/atmosfera, impariamo a vedere quello che scende nel suolo e quello che lo anima. “Se la Terra fosse separata dal suo sistema solare da un immenso foglio di plastica nero, la vita sparirebbe in fretta”.

Le condizioni climatiche dipendono dalla quantità di energia che arriva dal Sole: a causa della forma della Terra le zone equatoriali o prossime all’Equatore ricevono il massimo della luce e del calore, mentre le zone polari o prossime ai Poli il minimo. Di conseguenza, la latitudine di un luogo è il fattore principale da cui dipende il clima. Ma anche l’altitudine è importante, perché salendo di quota diminuisce la temperatura e le precipitazioni tendono a trasformarsi da piovose in nevose.

Un altro fattore che influisce sul clima è la vicinanza del mare o di grandi bacini, come i laghi: le masse di acqua assorbono il calore solare e lo restituiscono lentamente all’ambiente circostante, mitigando così le alte temperature del periodo estivo e quelle basse del periodo invernale.

Anche la natura del suolo condiziona il clima: terreni formati da rocce scure, come quelle vulcaniche, si riscaldano di più e rendono l’ambiente circostante più caldo; una copertura vegetale, soprattutto se di folti alberi, ha invece l’effetto di abbassare le temperature locali e di aumentare l’umidità.

Il clima è quindi il risultato di vari fattori che deteminano le temperature medie, le pressioni, i venti, le precipitazioni in una certa regione, e quindi determinano quello che viene chiamato il clima prevalente di un territorio.

Guido Falgares

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