Degustazione 23 Marzo
Cerretalto 2000 Casanova di Neri
Figlio del vigneto omonimo e di una rigorosa selezione delle migliori uve della nostra azienda. Rimane in cantina per 6 anni. La vinificazione è tradizionale nel nostro stile ma non prima di una ferrea selezione che porta a scartare singolarmente gli acini non perfetti. Il Cerretalto viene prodotto solo nelle annate in cui la qualità delle uve è estrema. Complesso e potente ma anche capace di mantenere negli anni la sua unica finezza. Vino estremamente longevo. Produzione 12.677 da 750 ml, 256 da 1500 ml e 36 da 3000 ml Lotto: L1011 – Gradazione alcolica % 15.
Grande lunghezza gustativa e profondità. Servirlo ad una temperatura di 16°-17° aprendo la bottiglia qualche ora prima oppure decantarlo con delicatezza. Abbinamenti Esalta i grandi piatti di carne e i formaggi stagionati ma risulta appagante anche da solo con le persone con cui avete piacere di stare, per regalarsi momenti di autentico piacere.
Una serata spettacolare
Quella del 23 marzo 2016 da “Scialo” a Palermo in via Notarbartolo 5/a è stata una serata particolare: la qualità del vino in degustazione era stratosferica e la cura del servizio eccezionale.
Il tema era legato alla possibilità di degustare un vino elevato a lungo e, in particolare, un vino toscano.
Abbiamo portato un Brunello di Montalcino di 16 anni, un “Cerretalto” vendemmia 2000 della Cantina Casanova di Giacomo Neri.
Reperire annate simili non è affatto facile, né economico; avevamo solo tre bottiglie e se anche solo una di queste avesse avuto qualche difetto avremmo potuto compromettere la serata.
Sapevamo come le bottiglie fossero state tenute per tutto questo tempo e quello che potevamo e dovevamo fare era di servirle nel migliore dei modi.
Le bottiglie, per tutti questi anni coricate, al buio e ad una temperatura costante di 14°C, sono state portate in posizione verticale e a temperatura ambiente nei dieci giorni che hanno preceduto la degustazione.
Le bottiglie sono state aperte otto ore prima della degustazione e leggermente scolmate dal sommelier Maurizio Aguglia il quale, dopo averne constatato l’integrità visiva, olfattiva e gustativa ha versato il vino negli appositi decanter.
Insomma è stato fatto tutto quello che un bravo sommelier come Maurizio sa fare.
La temperatura di servizio era di 16°C.
Seduti attorno ad un tavolo una decina di degustatori hanno avuto modo di osservare il vino che veniva versato nei calici e lì è rimasto per qualche ora ad ossigenarsi mentre noi degustatori valutavamo l’evoluzione olfattiva di un naso
etereo al primo impatto e che aveva bisogno di tempo per trovare coordinazione e lentamente svelare la sua forte mineralità “sassosa”, più evidente nel bicchiere man mano che il tempo passava.
In quest’ora ho avuto modo di parlare della cantina e per me è stato molto piacevole raccontare la storia di un territorio, il suo patrimonio culturale, ma soprattutto cercare di far conoscere gli uomini che stanno dietro a queste incredibili bottiglie.
Quindi ha avuto inizio la degustazione inizialmente da me guidata e poi proseguita da Maurizio: punto di granato molto caldo e con i primi bagliori aranciati,
al naso ora è travolgente: un pot-pourri di fiori macerati ed uno sbuffo speziato introducono ad una superba apertura aromatica su note boschive, di rosa e ciliegia ed altre empireumatiche di cenere e torba, con la possente “voce” minerale a risuonare sullo sfondo
bocca di colossale ampiezza, assai tannica, ma freschissima e continua, come animato da una furente forza motrice; il vino catapulta il suo carico di ritorni retronasali fino alla chiusura, inesausta nel suo gioco di rimandi minerali e floreali.
Brunello superlativo, capace ancora di ferrea tenuta.
Se avessimo dovuto assegnare un punteggio: intorno ai 90 punti.
Il Cerretalto 2000 come tutti i grandi vini invecchiati, con i suoi tannini dolci e maturi, con una ben conservata grinta acida ed una ineffabile complessità, “chiama” pietanze cotte a lungo e quindi dalla fibra meno stretta; meglio se arricchite da patate, erbe aromatiche, funghi o tartufi neri.
Le carni di volatili quali l’anatra, magari stufate assieme a cipolle dolci; ancora per la loro tendenza dolce i fagioli e le castagne, quest’ultime, ad esempio, lessate e sminuzzate a far parte di un gran piatto di pasta e ceci, con il classico “filo d’olio buono”
Guido Falgares