Alla scoperta dei “Pradicat Austriaci”

16 Marzo 2014 by

Alla scoperta dei “Pradicat Austriaci”

1996, Weinlaubenhof Kracher Burgenland Trockenbeerenauslese

1999,Weinlaubenhof Kracher Burgenland Trockenbeerenauslese

 

Lunedì 24 Febbraio 2014  si è svolto, come di consuetudine, l’incontro dei soci dell’associazione “Dioniso” presso il locale “Oliver Wine House” di via Libertà a Palermo. Obiettivo: continuare il loro excursus enologico a proposito dei vini dolci Austriaci. Un evento a cui sicuramente non si poteva rinunciare, data l’eccellenza e la peculiarità dei vini da degustare.  Dopo aver salutato, ringraziato e brevemente spiegato la tipologia dei vini  in questione, Guido Falgares ha lasciato la parola a Francesca Tamburello che, partendo dalla storia e dall’indicazione geografica dei vini, ha dato il via alla degustazione.

L’Austria, una delle zone   vitivinicole più antiche fin dall’epoca dei Romani che produsse il primo “vino” durante il III Sec. d.C per continuare poi ad aumentare la loro produzione durante il Medio Evo, diventando, infine, durante il XIX secolo, dopo aver passato tempi difficili per l’attacco della peronospera e della filossera che distrusse gran parte del vigneto Austriaco, il terzo produttore mondiale vinicolo.

Ad oggi, L’Austria è rinomata  in particolar modo per i suoi eccellenti vini dolci, che abbiamo avuto il piacere di poter degustare.

I protagonisti Austriaci sono: “1996, Weinlaubenhof Kracher Burgenland Trockenbeerenauslese” e “1999,Weinlaubenhof Kracher Burgenland Trockenbeerenauslese”, prodotti dalla celebre cantina della famiglia Kracher situata nella zona sud-est di Vienna nella regione “Burgenland”. Particolare attenzione è stata posta proprio su questa zona al confine con l’Ungheria, che è caratterizzata da un particolare ambiente pedoclimatico e dalla vicinanza del lago Neusiedler che favorisce lo sviluppo della Botrytis Cinerea, fondamentale per la produzione di  Trockenbeerenauslese ovvero, analizzando l’etimologia della parola, di vini a base di uva surmatura, avvizzita e selezionata a mano acino per acino.

Sono Q.M.P (Qualitaswein mit Pradikat) analoghi alle nostre DOCG, a cui, per legge, non può essere aggiunto zucchero e qualificati in base al grado Oechsle (°Oe), che permette di determinare la densità del mosto d’uva e quindi, indirettamente, del suo contenuto zuccherino.

I vitigni maggiormente utilizzati  per la produzione sono: Scheurebe , Ortega , Riesling Italico , Chardonnay e Gewürztraminer.

Ma è il Riesling il principale vitigno di base poichè riesce a mantenere un ottima acidità anche nella surmaturazione facendo in modo che il vino non risulti assolutamente stucchevole al palato, ma ben equilibrato.

Né da conferma proprio il primo  Trockenbeerenauslese, annata 1999, che abbiamo degustato. All’ aspetto visivo  si presenta limpido, color giallo ambrato e buona consistenza che prelude un incredibile concentrato di intensi e complessi sentori di frutta secca, miele, frutta candita e l’aroma distintivo della muffa nobile, che non stentano a venir fuori nell’avvicinare  al naso il bicchiere, confermati al palato non appena, dopo aver avvinato la bocca, se ne beve un altro piccolo sorso. Ritorna tutto ciò che abbiamo sentito all’olfatto, quelle note dolci, mielose e fruttate contrastate da una buona freschezza e da una contenuta alcolicità che rende intenso, persistente e perfettamente equilibrato questo vino. Non è lo stesso per il secondo Trockenbeerenauslese, annata 1996, preso in esame. Questo, infatti, all’aspetto visivo si presenta molto simile al precedente, ma portandolo al naso ci si rende subito conto della poca complessità ed intensità dei sentori che vedono emergere, principalmente, note etere, minerali e fruttate. Sorprende, invece, in bocca dove esprime in toto la sua freschezza, sapidità, alcolicità ben equilbrata segno di un ottima longevità.

La degustazione si conclude con un assaggio di uva passa, gentilmente offerto da Francesca Bacile di Oliver wine house, che si sposa non tanto con l’ultimo vino degustato ma, a mio parere, per concordanza, con il primo vino esaminato.

 

 

2000, Freie Weingärtner Wachau Beerenauslese

1999, Weingut Hopler Pinot Blanc Österreich Trockenbeerenauslese Neusiedlersee

 

Continua il viaggio  per i soci dell’ associazione “Dioniso”  che si sono ritrovati lunedì 10/03/2014 presso il locale “Oliver Wine House” in via Libertà a Palermo, attraverso le eccellenze vinicole Austriache. Guido Falgares, dopo aver fatto un accenno riguardo le lezioni precedenti, ha lasciato la parola a Francesca Tamburello, che ha sottoposto alla nostra attenzione i due vini presi in esame. Siamo partiti dalle due zone di appartenenza,ovvero ,il Wachau e Burgenland.

La prima zona, che si estende ad Ovest di Vienna grazie ai terreni vulcanici e l’azione di volano termica prodotta dal Danubio, crea ottime condizioni per la coltivazione di vitigni a bacca bianca come: Gruner Veltliner, Muller Thurgau e Neuburger. Il vino preso ad esame proprio di questa zona è il Freie Weingärtner Wachau Beerenauslese 2000, prodotto da una cooperativa della provincia di Durnstein, proprietaria di 600-650 ettari di terreno, che predilige la produzione di vini bianchi prodotti da uve come: Gruner Veltliner, Riesling,  Muller Thurgau, Neuburger, Weissburgunder, Chardonnay, Feinburgunder e Muskateller.  Dall’esame visivo, il vino risulta incredibilmente cristallino, carico di luce che,sicuramente , non ci aspettavamo da un vino cosi “anzianotto”, dati i suoi 14 anni. Giallo ambrato e consistente, prelude una sicura opulenza gusto olfattiva che si esplica non appena si porta il naso al bicchiere. Intenso, complesso e fine, la perfezione di un bouquet che riempe il naso con i suoi sentori di frutta secca, di fichi secchi, di frutta candita e note molto mielose. In bocca non delude ma rinconferma, come ci si aspettava, tutti i sentori olfattivi equilibrati da un’ottima frescezza e una giusta alcolicità ( 13% vol.) che non infastidisce, ma che lo rende ancor più beverino grazie anche alla sua piacevole persistenza e la sua intensità . Ottimo vino da meditazione, da abbinare ai dolci tipici Austriaci ma anche, per concordanza, a formaggi e pietanze molto aromatiche.

La seconda zona di cui Francesca Tamburello ha parlato è Burgenland, affrontata anche nelle lezioni precedenti, è  una delle principali regioni vitivinicole Austriache. Rinomata per i suoi famosi Beerenauslese e Trockenbeerenauslese, si estende attorno al lago Neusiedl e grazie alle frequenti nebbie che avvolgono le vigne e le giornate calde del clima pannonico favoriscono lo sviluppo della Botrytis Cinerea fondamentale per la produzione di questi vini. La zona, precisamente, dove viene prodotto il  Weingut Hopler Pinot Blanc Österreich Trockenbeerenauslese è Neusiedlersee. La cantina Hopler si trova a sud-est di Vienna, occupa 46 ettari e produce principalmente vini bianchi e rossi, ma pochissimi vini dolci (5%).  Una vera peculiarità e sicuramente un grande privileggio poter degustare un loro Trockenbeerenauslese a base di Pinot Bianco. All’aspetto visivo il colore cambia dal precedente vino, è poco più spento e scuro ma con una buona consistenza. Al naso risulta intenso, abbastanza complesso perchè non chiare le sue note olfattive ma nella complessità fine. Portandolo in bocca abbiamo cambiato idea… Un incredibile esplosione di gusto! Intenso, persistente, abbastanza alcolico (12.5 vol.) ma allo stesso tempo fresco ( dato da ricondurre al vitigno di base) con un equilibrio eccezionale che non ci si aspettava! Le note amabili ora sono del tutto chiare e ben distinte come il fruttato, i sentori mielosi, la frutta a polpa gialla candita, proprie del Trockenbeerenauslese . Ottimo, speciale e da abbinare a qualcosa di molto ricercato, aromatico ma non scontato come un dolce. Piuttosto ad un formaggio! Grazie a Francesca Bacile e Nino Li Causi, proprietari del locale Oliver Wine House, abbiamo avuto il privileggio di poter assaggiare un tipico formaggio Piemontese, dall’incredibile lavorazione, il Cusiè. Prodotto con latte vaccino, ovino e caprino in percentuali variabili, poi messo a stagionare in botti dove precedentemente è stata invecchiata la grappa e, infine, ricoperto di frutta a pezzetti, anch’essa passata nelle botti. Ovviamente, parliamo di un formaggio non comune ma dall’intensa aromaticità, che, al primo boccone, si scioglie in bocca e che sprigiona, in toto, i sentori fruttati, alcolici e speziati dati dalla lunga lavorazione. Non potevamo chiudere  meglio questa  serata! Soddisfatti, ci siamo lasciati con la promessa di ridegustare  vini di questa stupefacente portata.

 

 

ROBERTA AMBROSI

 

 

 

Related Posts

Tags

Share This

Leave a Reply