Abbazia S. Anastasia, tra le più prestigiose ed innovative dell’intero panorama vitivinicolo internazionale

6 Agosto 2012 by

 

Esiste in Sicilia, nel cuore delle Madonie, un piccolo angolo di paradiso enoico che ha rischiato fortemente di scomparire: lo Stato, però, con un intervento tempestivo ed efficace è riuscito a scongiurare questo pericolo invertendo decisamente la tendenza al declino di una delle più belle e prestigiose realtà siciliane.

Ci riferiamo all’Abbazia Santa Anastasia, azienda tra le più prestigiose ed innovative dell’intero panorama vitivinicolo internazionale, con cui l’Union Européenne des Gourmets e l’associazione culturale Dioniso hanno iniziato a sviluppare rapporti di partnership basati su numerose iniziative che si concretizzeranno da ora a fine anno.

Fondata dal conte Ruggero nel XII secolo, fu affidata ai monaci ( prima teatini e poi benedettini ) che iniziarono a produrre un vino molto apprezzato che, all’epoca, diventò un vero punto di riferimento qualitativo per le mense baronali e vescovili dell’intera Sicilia.

La fondazione della città di Castelbuono, nel 1316, coincise con l’abbandono dall’Abbazia da parte dei monaci, abbandono che si protrasse per i secoli successivi e decretò, di fatto, l’inesorabile declino dell’intero comprensorio.

Negli 1970 l’azienda Abbazia Santa Anastasia fu acquistata da alcuni imprenditori siciliani con lo specifico fine di destinarla ad un uso turistico ed alberghiero: tutta l’operazione si arenò per motivi vari.

Si giunse così al 1980, anno in cui un costruttore edile palermitano, probabilmente sedotto dalla più che abbordabile valutazione dell’azienda, pensò di acquisirne la proprietà.

Per molteplici ragioni, e per alcuni anni, i terreni ed i fabbricati rimasero trascurati.

Finalmente, verso la metà degli anni ’80, la proprietà decise di rifondare tutte le coltivazioni, viticole ed olivicole, dando il via alla nuova vita dell’Abbazia Santa Anastasia.

Presero vita  gli attuali vigneti ed oliveti. A distanza di pochi anni venne realizzata una moderna ed efficiente cantina destinata alle vinificazioni, affinamenti ed elaborazioni dei vini prodotti in azienda.

Parallelamente, iniziarono i progetti ed i lavori per il restauro delle strutture antiche dell’abbazia, con il fine specifico di creare un “Resort” di grande impatto estetico ed emotivo, integrato nell’ambiente naturale, nei vigneti ed oliveti aziendali.

Trascorsero gli anni e le stagioni: le viti di Santa Anastasia crebbero iniziarono a produrre vini di promettente qualità: però, tale qualità, si traduceva in vini di buona potenzialità ma non del tutto soddisfacenti.

In Azienda, non si era ancora in grado di valutare con precisione le iniziative necessarie per presentare al mercato vini degni della bellezza del Territorio e del rinnovato prestigio dell’Abbazia.

Ed ecco la svolta: un grande maestro dell’enologia, Giacomo Tachis, visitò Abbazia Santa Anastasia, valutò i vigneti e le strutture della cantina. Decise, più per emozione che per mero calcolo economico, di legare il proprio nome a questa azienda.

Dopo la prima vendemmia targata Tachis, l’interesse generale dell’ambiente vitivinicolo nazionale ed internazionale, crebbe in modo esponenziale ed i vini prodotti iniziarono una entusiasmante ascesa.

Esaurito il proprio mandato, con Abbazia ormai ai vertici qualitativi e commerciali ( testimoniati dai numerosi e prestigiosi riconoscimenti e premi per la qualità, in aggiunta ai massimi risultati storici nelle vendite) il Maestro passò il testimone.

A raccoglierlo ci fu un altro “grande” dell’Enologia nazionale: Riccardo Cotarella.

A fianco di questi giganti cresceva una figura di Tecnico di Cantina che oggi, più di ogni altro, rappresenta il futuro aziendale:

Giuseppe Prisinzano, nato e cresciuto professionalmente in Santa Anastasia ha compiuto umilmente, ma con assoluto scrupolo e grande entusiasmo, un percorso tecnico che in pochi possono vantare. Egli è il depositario degli insegnamenti dei due grandi Maestri: Tachis e Cotarella.

Poi sono giunti giorni un po’ meno brillanti per l’Abbazia: contingenze di mercato del tutto sfavorevoli e decisioni non proprio ponderate hanno determinato alcune annate molto critiche dal punto di vista economico.

Fino a giungere al giugno 2010, data in cui la Procura della Repubblica di Palermo arresta il proprietario e confisca ogni suo bene compresa Abbazia Santa Anastasia.

Da quel momento l’Azienda è sottoposta a “Misure di prevenzione” e ad “Amministrazione Giudiziaria” la cui durata sarà determinata dall’intero iter della causa (fino ad una sentenza di Cassazione) e valutabile in 6/7 anni.

 

INIZIA UN NUOVO CAPITOLO PER ABBAZIA SANTA ANASTASIA

In questa Azienda è presente lo Stato, con le Sue istituzioni e con un preciso intendimento: LEGALITA’.

Nell’ambito di tale imperativo, gli obbiettivi sono:

Recupero e valorizzazione del patrimonio umano e professionale dell’azienda;

Riqualificazione dei vigneti, degli oliveti;

Recupero dei mercati ormai latenti da alcuni anni;

Miglioramenti qualitativi dei vini (secondo un antico e sempre attuale detto secondo il quale..”una cosa ben fatta può sempre essere fatta meglio”..);

Rifondazione del Commerciale nazionale ed estero;

Comunicazione.

Per conseguire i risultati sopra elencati, l’Amministratore Unico dott.Alessandro Scimeca, nominato dal Giudice competente, ha formato una “equipe” di professionisti, ognuno responsabile per il proprio settore ed in continua reciproca comunicazione oltre che in totale sinergia operativa.

Ognuno di essi garantisce il proprio operato assumendosi l’impegno di un obbiettivo minimo da raggiungere.

Quindi: un agronomo, Giuseppe Campisi, si dedica al recupero ed all’incremento produttivo dei vigneti ed oliveti  un commercialista,dott.Diego Di Mariano con i suoi collaboratori, si occupa dell’amministrazione; la produzione dei vini ed il Commerciale sono diretti e coordinati dall’ enologo Francesco Appiano. Da quest’ultimo, tra l’altro, è stato istituito un “Controllo Qualità Prodotti” reso operativo da un illustre Maestro dell’enologia nazionale: Enol Gianfranco Cordero di Alba.

La caratteristica distintiva di Santa Anastasia, rispetto ad altre aziende vitivinicole è  legata ai sistemi di coltivazione Biologico e Biodinamico.

Ognuno avrà la possibilità di reperire su Internet tutte le definizioni ed i protocolli relativi al biologico e biodinamico.

A Santa Anastasia  assicurano di poter tranquillamente certificare che tutti  protocolli vengono rispettati e che, per alcuni aspetti, quelli aziendali sono  più rigorosi di quelli ufficiali.

Questa scelta di campo è stata operata otto anni fa: quindi, oggi, Abbazia si trova con la maggior parte dei terreni “biodinamizzati”.

A tutto ciò è necessario aggiungere  le particolarissime caratteristiche qui di seguito descritte:

50 Ha di vigneto e 30 Ha di oliveto a conduzione bio e biodinamica, sono inseriti in un corpo aziendale di oltre 500 Ha costituiti da sugherete, macchia mediterranea. Il tutto in un comprensorio generale di grande pregio naturalistico quale risulta essere il Parco delle Madonie nel quale non esistono coltivazioni oltre all’olivo centenario e il frassino da manna che, notoriamente, non necessitano di trattamenti. I vigneti più vicini sono quelli di Regaleali che distano oltre 90 km in linea d’aria. QUINDI E’ BEN EVIDENTE CHE NON C’E’ POSSIBILITA’DI INQUINAMENTO ESTERNO.

E’ quindi giusto evidenziare che, fra le aziende che hanno optato per il Biodinamico, ben poche  possono avvalersi di simili condizioni: nella maggioranza dei casi si tratta di piccole realtà di 10/20 ettari inserite in territori di centinaia di Ha a conduzione convenzionale per cui “l’inquinamento esterno” tanto paventato diviene realtà conclamata.

 

La produzione di Abbazia Santa Anastasia

I 50 ettari di vigneti producono, mediamente, 2200 q.li di uve da cui derivano circa 1500 hl.di vino.

Le conseguenti 200 mila bottiglie sono divise come segue: 

Vini biologici: Contempo Nero d’Avola e Contempo Grillo rappresentano le referenze di ingresso che rendono accessibili ad ognuno la grande qualità dei vini di  Abbazia.

Un piccolo passo in avanti, per ciò che riguarda il prezzo ma un vero balzo per la qualità, è compiuto da Zurrica, bianco di grande estensione, suadente e soave: qui  Chardonnay e Grillo si esprimono ad altissimi livelli.

A fianco, al medesimo livello, troviamo Passomaggio, sapiente blend di Nero d’Avola e Merlot: con le sue note speziate che avvolgono ed esaltano le sensazioni di frutti rossi è il  giusto compagno per ogni riunione conviviale.

 

I “cru” biologici

Sinestesia, straordinaria armonia di emozioni:  per momenti felici,  per momenti meno felici …per ogni momento.

Il Sauvignon Blanc, in purezza,trova la sua sublimazione.

Baccante: 100% chardonnay.Eleganti e tenui riflessi ramati testimoniano i contatti con le bucce eseguiti a freddo e per ben dodici ore. Ti segue ovunque. A tavola, con gli amici, in compagnia di un libro …Le sue note di cedro e di pesca danno vita a sorsi indimenticabili.

 

Montenero: Nobile. Nero d’Avola, Merlot e Cabernet Sauvignon sapientemente dosati in un blend molto aristocratico.

Il territorio si esprime in questo grande vino: le speziature tenui ed eleganti sottolineano note emergenti di tabacco.

 

I biodinamici

Litra. Austero. 100% Cabernet Sauvignon. Biodinamico a partire dall’annata 2010.

Austero. Produzione limitata a 5000 bottiglie.

Senso Inverso Nero d’Avola     

Senso Inverso Cabernet Sauvignon

Questi i vini

 

Castelbuono – Madonie, 3 Agosto 2012

Vassily Sortino

 

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