Alessandro Scarlatti

5 Luglio 2012 by

 

ALESSANDRO  SCARLATTI

di Vincenzo Marino

 

Poco tempo fa mi trovai a Palermo per acquistare un cd di Musica Sacra presso un Music Store palermitano e rimasi meravigliato… provai una sensazione particolare alla cassa, credo come quella di un bambino che può scambiare una sua figurina doppia con lo scudetto della squadra del cuore!

Se volessimo trovare tra le foto di famiglia della Palermo del ‘700 un uomo competente, altruista, geniale, elegante e di bella presenza potremmo rivolgere la nostra attenzione, senza dubbio alcuno, all’insigne Maestro Alessandro Scarlatti.

Heic situs est
eques Alexander Scarlatus
vir moderatione beneficentia
pietate insignis
musices instaurator maximus

Qui giace il cavaliere Alessandro Scarlatti, uomo che si è distinto per padronanza di sé, generosità e bontà, il più grande rinnovatore della musica.

Questo è quanto si può leggere sulla tomba del grande compositore palermitano che si trova alla cappella Santa Cecilia, nella chiesa di Santa Maria di Montesanto, per mano del cardinale Pietro Ottoboni.

Alessandro Scarlatti fu uno dei più insigni compositori del suo tempo. Nacque il 12 maggio 1660 e visse in continuo movimento tra Roma e Napoli con alcune brevi permanenze fiorentine e veneziane. Appena dodicenne si trovava a Roma, dove si formò sotto la guida di Giacomo Carissimi. Il primo incarico di un certo rilievo è datato 1678, quando Scarlatti fu nominato vice-maestro di cappella alla chiesa di San Giacomo degli Incurabili.  Esordì nel 1679 come compositore teatrale con la sua prima opera, Gli equivoci nel sembiante. Del 1680 è una “Passione secondo San Giovanni”, particolarmente apprezzata.

Il suo talento non passò inosservato e poté contare sul mecenatismo di parecchie personalità, quali i cardinali Pietro Ottoboni e Benedetto Pamphilj, e la regina Cristina di Svezia.

Nel 1684 fu assunto come maestro della cappella del viceré di Spagna, a Napoli, dove diresse una compagnia d’opera. Rimase per diciotto anni alla corte napoletana, componendo due o tre opere l’anno, circa trentadue in tutto; oltre ad un gran numero di oratori, cantate profane e lavori sacri, divenendo la figura dominante della vita musicale partenopea. In seguito soggiornò principalmente a Roma, dove diresse le cappelle musicali del cardinale e della chiesa di Santa Maria Maggiore. Dal 1710 incominciò a dedicarsi anche alla composizione di musica strumentale, un genere fino a quel momento del tutto marginale nella sua produzione, è del 1715 la sua prestigiosa raccolta di dodici Concerti Grossi. L’epitaffio sulla sua tomba lo apostrofa come un grande innovatore.

Vediamo perché.

Tra quelle che apportò al teatro d’opera, vi sono molte sperimentazioni sulla “Sinfonia d’apertura” dell’opera veneziana. La stessa si cristallizzerà in quella che oggi chiamiamo Ouverture all’italiana, che prevede un Allegro, un Adagio e un brillante tempo di danza, per differenziarla da quella alla francese praticata da Lully (il fiorentino Giovanni Battista Lulli, uno dei tanti italiani naturalizzati in Francia).

 

Ancor più praticata è la sua celeberrima aria col da capo nella forma a-b-a. Il da capo doveva servire soprattutto ai castrati, e alle grandi voci del tempo, per mettere in mostra le loro doti vocali con virtuosismi e fioriture.

Tra i melodrammi più significativi si ricordano: La Statira (1690), La caduta dei Decemviri (1697), Il Mitridate Eupatore (1707), Il Tigrane (1715), Il trionfo dell’onore (1718), La Griselda (1721).

Accanto alla produzione operistica spicca la vastissima composizione di cantate, oltre seicento per voce e basso continuo; venti per due voci; settanta per voce e strumenti vari: un patrimonio in gran parte inesplorato che racchiude pagine di altissimo impegno espressivo.

Notevole è anche il repertorio sacro e religioso, comprendente messe e mottetti, nello stile arcaico “alla Palestrina” e nello stile concertante, una passione e una trentina di oratori.

Una produzione musicale varia e di altissimo livello che giace, paziente, tra le offerte dei CD poco acquistati.

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