Lo chiamavano il FIORE con le SPINE
Il carciofo (Cynara Scolymus) appartiene alla famiglia delle Composite (chiamate anche Asteracee) sono dette così a motivo dell’infiorescenza a capolino, formata ovvero da tanti piccoli fiori riuniti in moda da sembrare un unico fiore. E’ una robusta pianta annuale che cresce facilmente nelle regioni del Mediterraneo. Già i nostri antenati greci amavano questa curiosa pianta originaria del Medio Oriente (il suo nome arabo è al-kharshûf), tanto da inventare la leggenda della ninfa Cynara che, dopo avere respinto il Dio Apollo, fu trasformata in un carciofo.
Magari non bellissimo, ma sicuramente ricco di poteri curativi.
Da sempre ai primi posti tra le piante predilette dalla “medicina popolare”, è un ingrediente tradizionale degli amari e una vera cura di giovinezza per il fegato: lo aiuta a “ripulirsi” stimolando il flusso della bile. Le proprietà e i suoi “principi attivi” più importanti, ricavati dalle foglie, sono i derivati dell’Acido Clorogenico come la Cinarina. Contiene anche Polifenoli, Sali minerali e Acidi organici.
Il carciofo dunque:
-fa bene al fegato
-abbassa il colesterolo e i trigliceridi
-combatte la stitichezza e aiuta a vincere la ritenzione idrica
-grazie all’Inulina, fibra di cui è ricco, è indicato per i diabetici: abbassa il
livello della glicemia
-rende più bella la pelle, ossigena i tessuti, migliora colorito, acne e dermatiti
-è l’ideale per risolvere i disturbi legati alla cattiva digestione, dal gonfiore
all’ alito cattivo.
Insomma i carciofi conviene portarli a tavola il più spesso possibile:
in insalata, nel risotto, nei tegami di verdure; sono un ottimo condimento per la pasta, completano bene un piatto di carne, sono perfetti anche da soli. Tante sono le ricette che li vedono protagonisti, tra le tradizionali eccone una davvero originale e molto antica:
Carciofi con la salsa San Bernardo
Togliere le foglie a dodici carciofi spinosi, tagliare i cuori in quattro pezzi, bollirili per venti minuti in acqua acidulata con qualche goccia di limone per non annerire e scolarli.
Frattanto preparare la salsa: togliere la pellicina a 200 gr di mandorle, tostarle in un tegamino con pochissimo olio e quando saranno fredde pestarle finemente in un mortaio con 200 gr di zucchero. Mettere in un pentolino un bicchiere di aceto e stemperarvi sei acciughe diliscate, unirvi le mandorle e sei cucchiai di cioccollatta fondente sciolta a bagnomaria. Fare addensare la salsa a fuoco lento e versarla ben calda sui carciofi, servire subito!
p.s. prima di andare a tavola fate leggere ai vostri commensali la deliziosa
Oda A La Alcachofa
La alcachofa de tierno corazón se vistió de guerrero, erecta, construyó una pequeña cúpula, se mantuvo impermeable bajo sus escamas, a su lado los vegetales locos se encresparon, se hicieron zarcillos, espadañas, bulbos conmovedores, en el subsuelo durmió la zanahoria de bigotes rojos, la viña resecó los sarmientos por donde sube el vino, la col se dedicó a probarse faldas, el orégano a perfumar el mundo,
y la dulce
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En hileras nunca fue tan marcial como en la feria, los hombres entre las legumbres con sus camisas blancas eran mariscales de las alcachofas, las filas apretadas, las voces de comando, y la detonación de una caja que cae, pero entonces viene María con su cesto, escoge una alcachofa, no le teme, la examina, la observa contra la luz como si fuera un huevo, la compra, la confunde en su bolsa
con un par de zapatos, Así termina
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Serafina Planeta